Dismorfofobia: i sintomi e come uscirne

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Indice

1) Introduzione

La Dismorfofobia, anche conosciuta come disturbo dell’immagine corporea o nel DSM5 come disturbo di dismorfismo corporeo, è una patologia psichiatrica che colpisce diverse persone in tutto il mondo. Si stima che il 2% della popolazione mondiale ne sia affetto e la situazione dopo il COVID sembra peggiorata. Per la provincia di Brescia il giornale Bresciaoggi ha intervistato uno psicoterapeuta e ha scritto l’articolo “L’ossessione per il corpo non riguarda più solo le atlete“.

In particolare definiamo la dismorfofobia come una condizione caratterizzata da una visione distorta del proprio corpo e una eccessiva preoccupazione per il proprio aspetto fisico. La persona con dismorfofobia, quindi, tende a sentirsi brutta e in difetto. Penserà di non piacere a nessuno, di essere anormale o strano/a. Così appare chiaro come questa condizione possa correlare con bassa autostima e insicurezza.

In questo articolo, esploreremo i sintomi, le cause e i trattamenti per la dismorfofobia, oltre a fornire suggerimenti su come uscire da questo disturbo.

Una ragazza con dismorfofobia si guarda allo specchio

2) Sintomi della Dismorfofobia

I sintomi della Dismorfofobia includono disturbi del pensiero e del comportamento, problemi psicologici e fisici e difficoltà nelle relazioni interpersonali.

Le persone affette da questo disturbo possono passare molte ore al giorno a controllare il proprio aspetto fisico o a cercare di nascondere le parti del corpo che ritengono “difettose”. Questo può portare a comportamenti compulsivi come l’utilizzo eccessivo di trucco, la copertura del volto o del corpo, la ricerca di chirurgia estetica o un legame distorto con lo sport e l’attività fisica che vengono visti come funzionali all’ottenimento di un certo tipo di fisico. In tal senso potrebbe esserci una correlazione con la vigoressia o un disturbo alimentare da palestra.

Ad esempio, una persona con dismorfofobia potrebbe essere ossessionata da un piccolo difetto fisico, come un naso un po’ troppo grande o un mento troppo piccolo, e concentrarsi solo su questo difetto, trascurando il resto del suo aspetto fisico. In alcuni casi, la preoccupazione per il difetto può essere così intensa da influire sulla vita quotidiana. Potrebbe evitare situazioni sociali o pubbliche, o passare molte ore al giorno a controllarsi allo specchio.

3) Cause della dismorfofobia

Le cause della Dismorfofobia non sono ancora completamente conosciute, ma ci sono alcuni fattori che sembrano influire sul suo sviluppo. In particolare potrebbe trattarsi di una combinazione di fattori biologici, psicologici e socio-culturali.

Ad oggi, stando ad alcune ricerche, sembra che la dismorfofobia sia più frequente in presenza di alcuni fattori, come :

  • eccessiva timidezza o chiusura o introversione.
  • visione negativa del proprio aspetto fisico.
  • tendenza al perfezionismo.
  • possibili esperienze negative di abusi o abbandono durante l’infanzia.
  • maggiore sensibilità estetica.

4) Diagnosi della Dismorfofobia

La diagnosi della Dismorfofobia non è facile, anzi. Può essere difficile poiché molti dei sintomi si sovrappongono ad altri disturbi psicologici come ansia, depressione o disturbi ossessivo-compulsivi. Ciò rende la diagnosi meno comune e alcune persone potrebbero non arrivare mai alla consapevolezza del proprio disturbo e della sua esistenza. Ricorda che in caso di necessità puoi rivolgerti ad uno psicologo competente.

4.1) Nel DSM5: Disturbo di dismorfismo corporeo

Per fare una diagnosi di “disturbo di dismorfismo corporeo” secondo il DSM5 servono 4 criteri:

  1. Preoccupazione eccessiva per difetti corporei che gli altri non vedono o considerano in modo lieve.
  2. L’individuo presenta preoccupazioni legate all’aspetto e ha messo in atto comportamenti ripetitivi (es. guardarsi spesso allo specchio) o azioni mentali (es. paragonarsi spesso agli altri).
  3. La preoccupazione sul proprio aspetto fisico causa disagio clinicamente significativo o compromissione negli ambiti di vita.
  4. La preoccupazione sul proprio aspetto fisico non è meglio spiegabile da un disturbo alimentare.

4.2) Un caso particolare: Il dismorfismo legato alla massa muscolare

All’interno del DSM5 esiste anche lo specificatore legato alla massa muscolare. Esiste infatti il “disturbo di dismorfismo corporeo con dismorfia muscolare“. In questo caso l’individuo è eccessivamente preoccupato che la sua costituzione sia esile, piccola o insufficientemente muscolosa. A questa eccessiva preoccupazione legata alla forma fisica potrebbero seguire atteggiamenti compensatori pericolosi per la salute, come il binge eating o il sovra allenamento.

5) Trattamenti per la dismorfofobia

Ok, se hai letto l’articolo fino a questo punto avrai capito gli elementi fondamentali di questo disturbo. Ora è tempo di approfondire come uscire dalla dismorfofobia e come si può guarire da questo disturbo. Ho considerato diverse strade: ciò che puoi fare tu e ciò che puoi fare con l’aiuto di uno psicologo in modo da fornirti una panoramica completa.

5.1) Esercizi da svolgere in autonomia

Per iniziare potresti soffermarti e meditare su alcuni pensieri. Secondo me sono dei pensieri chiave che, se interiorizzati e fatti tuoi, possono contrapporsi a pensieri negativi e disfunzionali che si sono radicati in te nel tempo:

  • Nessuno è perfetto e va bene così.
  • I media ti inculcano modelli distorti e irrealistici. Sia nel mondo femminile, pensa alle classiche top model o alle ragazze da copertina, ma più recentemente anche nel mondo maschile. Permettimi una considerazione personale: sono sicuro che molti fitness-influencer di Youtube facciano abbondante uso di steroidi anabolizzanti. Magari di recente avrai sentito il caso di Liver King.
  • Nelle persone, a volte, possono piacerci di più le piccole imperfezioni che i pregi. Perché sono proprio i “difetti” che rendono unica una persona.
  • Le persone mature non ti giudicheranno mai solamente in base al tuo aspetto fisico.
  • Se sei single e sei preoccupato di non piacere sappi che, in fin dei conti, si tratta di trovare la persona compatibile. Non esistono persone perfette che piacciono a tutti così come non esistono persone che non piaceranno mai a nessuno.

5.2) Un percorso con lo psicologo

Il cammino per la guarigione dalla dismorfofobia solitamente prevede un percorso di cura psicologico volto a ridurre l’ansia e il disagio legati all’aspetto fisico, e ad aumentare la fiducia in sé stessi. Un professionista specializzato in questo disturbo può lavorare con il paziente su vari aspetti, come la gestione delle emozioni, l’aumento dell’autostima e la ristrutturazione del pensiero.

Il primo passaggio del percorso consiste nella valutazione e diagnosi del disturbo, in cui si esamina l’immagine corporea del paziente, gli aspetti che lo rendono insoddisfatto del proprio aspetto fisico e le conseguenze che la dismorfofobia ha sulla sua vita quotidiana.

Successivamente si possono utilizzare tecniche personalizzate per aiutare il paziente a superare la dismorfofobia, costruendo il percorso in base alle esigenze e la storia unica dell’individuo. L’obiettivo è quello di aiutare il cliente a comprendere i fattori emotivi e psicologici che stanno alla base della dismorfofobia, offrendo uno spazio sicuro in cui esplorare e gestire le proprie emozioni.

6) Prognosi

La prognosi può variare a seconda della gravità dei sintomi, della loro durata, di eventuali comorbilità e soprattutto della consapevolezza che la persona ha del proprio disturbo.

Un prognosi definibile a priori, quindi, non è facile da stabilire. Sono però convinto che in qualche mese si possano raggiungere ottimi risultati.

7) Conclusione

Spero, con questo articolo, di averti fornito una panoramica esaustiva sulla dismorfofobia. Il raggiungimento della perfezione per me è un obiettivo fantasma, un miraggio che si allontana mano a mano che ad esso ci avviciniamo. La perfezione non è compatibile con la nostra condizione di esseri umani e dunque non può essere un obiettivo da perseguire. Credo che questo sia un concetto preliminare fondamentale per approcciarsi alla guarigione da questo disturbo ed in ultima analisi è ciò che mi piacerebbe ti portassi a casa da questo articolo. Un caro saluto, ci vediamo al prossimo articolo!

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Mi chiamo Simone Zamboni e sono uno psicologo clinico. Ricevo a Brescia e online.