La dipendenza da videogiochi: definizione e diagnosi

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La dipendenza da videogiochi. Cosa la caratterizza? Come si può eseguire una diagnosi? E ancora: “Mio figlio passa tutto il pomeriggio davanti alla Playstation, è malato?”

1) La diagnosi di una dipendenza da videogiochi

Domande semplici con una risposta tutt’altro che scontata: dipende. Dipende da tanti fattori che non si esauriscono nell’ammontare orario di tempo speso davanti alla Playstation o al PC, ma in questo articolo faremo chiarezza.

Prima di iniziare però consentimi una doverosa premessa: la diagnosi di dipendenza da videogiochi (o gaming disorder) deve essere eseguita rigorosamente da uno psicologo, che sia competente e formato sull’argomento e che sappia predisporre un piano terapeutico per aiutare il soggetto a superare questo problema.

Dipendenza da videogiochi. Computer e playstation.
La dipendenza da videogiochi può verificarsi sia per i videogiochi su PC che su Playstation, Xbox e smartphone.

Innanzitutto quello di cui stiamo parlando in gergo tecnico ha un nome. Si chiama “gaming disorder” (in italiano sarebbe dipendenza da videogiochi) e sappiamo che la fascia dei bambini e degli adolescenti è quella più a rischio. Nel modello di classificazione delle malattie e dei problemi sanitari ICD11 è definito come un modo distorto di approcciarsi al gioco caratterizzato da:

  1. Controllo alterato sul gioco. In parole semplici può essere il videogame a controllare alcuni aspetti della nostra quotidianità, ad esempio quando andare a dormire o quando mangiare.
  2. Maggiore prioritá data ai giochi rispetto ad altre attivitá.
  3. Prosecuzione dell’attivitá videoludica nonostante il presentarsi di sintomi negativi. Ad esempio un arto addormentato o un mal di testa.

Per poter eseguire una diagnosi di gaming disorder, inoltre, ci deve essere una compromissione delle sfere personali, familiari, sociali, educative e professionali da almeno 12 mesi.

Attenzione: la dipendenza da videogiochi non ha nulla a che fare con la ludopatia. In altre parole non c’entra niente con slot machine, scommesse e quant’altro. Confondere queste due distinte patologie è un grave errore.

Il videogioco quindi non fa male a priori ma diventa pericoloso quando è legato a pratiche di abuso. Purtroppo non esiste una soglia di ore di gioco oltre la quale si possa diagnosticare con certezza tale disturbo, così come non ne esiste una al di sotto della quale si è salvi. Tuttavia da alcune ricerche è emerso che i sintomi più severi emergono oltrepassando la soglia delle 5 ore di gioco al giorno durante la settimana lavorativa (lun-ven).

1.1) Primo criterio per la dipendenza da videogiochi

Il primo criterio importante da considerare è la frequenza con cui la persona o l’adolescente si rivolge al medium videoludico. Se la prima cosa che fa tornato a casa è accendere il computer o la console per giocare, se gioca ogni volta che si sente giù di corda, si annoia o ha del tempo libero ci potrebbe essere un problema di dipendenza. Nota bene che, come tutte le dipendenze, anche il gaming disorder è caratterizzato dai sintomi dell’astinenza se la console, il pc o lo smartphone non sono raggiungibili per un periodo di tempo prolungato.

1.2) Secondo criterio per la dipendenza da videogiochi

Il secondo criterio coinvolge la qualitá del tempo speso a giocare. Se la persona interessata gioca nei momenti liberi e nei momenti di svago la pratica si può inserire nella normalità. I problemi sorgono quando il soggetto perde interesse in altre attività e le sacrifica per avere più tempo a disposizione per giocare. Campanelli d’allarme, in questo caso, possono essere la perdita d’interesse per le altre attività e il venir meno rispetto agli impegni lavorativi/scolastici e sociali.

1.3) Terzo criterio per la dipendenza da videogiochi

Il terzo criterio riguarda la continuità della pratica durante la settimana. L’abbuffata di videogiochi durante una noiosa domenica di pioggia non può certamente cadere nella sfera patologica, più rischioso può invece essere giocare per molte ore al giorno durante la settimana lavorativa, proprio in ragione degli impegni che ci è chiesto di assolvere.

Se vuoi fare un test per sapere se potresti avere una dipendenza da videogiochi puoi seguire questo test per la dipendenza da videogiochi: “Dipendenza da videogiochi: il test in 9 domande“.

2) Le conseguenze negative legate al gaming disorder

I sintomi negativi associati al disturbo di dipendenza da videogiochi possono essere vari. Il gaming disorder può portare a distorcere anche profondamente il ciclo sonno-veglia, generalmente prolungando le sessioni di gioco fino a notte tarda. Mutate abitudini alimentari per cui spesso si mangia quando il gioco ce lo permette (ad esempio tra una partita e l’altra) o addirittura si mangia mentre si gioca. Inoltre si tendono a preferire cibi veloci e preconfezionati, perchè la preparazione del pasto è tempo tolto al gioco. Aumentano i litigi e le discussioni in famiglia, aumentati livelli di stress, isolamento, difficoltà a rapportarsi con individui di sesso opposto e comportamenti compulsivi. Ancora, con alcuni soggetti si sono notati problemi di aggressività, gestione delle emozioni, disturbi che coinvolgono l’attenzione e problemi nelle strategie di coping.

Se vuoi saperne di più sulla sintomatologia della dipendenza da videogiochi ti consiglio di leggere l’articolo: “Dipendenza da videogiochi: 9 sintomi chiave“.

3) Conclusioni

La dipendenza da videogiochi è un disturbo serio che può essere anche sintomo di altre tipologie di problemi. Va trattato con l’aiuto di un professionista competente che sia formato ed informato sia per quanto riguarda la psicologia/psicopatologia, sia per quanto riguarda il mondo delle nuove tecnologie. É bene non cadere vittima di un pensiero stereotipato o dell’idea che le tecnologie siano un male a priori. Ricorda che il problema non è il videogioco o lo strumento in sè, ma il rapporto che hai sviluppato con esso.

4) Bibliografia

COLWELL, J., PAYNE J. (2000). Negative correlates of computer game play in adolescents, British Journal of Psychology.

HELLSTROM, C., NILSSON, K. W., LEPPERT, J., ÅSLUND, C. (2012). Influences of motives to play and time spent gaming on the negative consequences of adolescent online computer gaming, Computers in Human Behavior.

MILANI, L., LA TORRE, G., FIORE, M., GRUMI, S., GENTILE, D. A., FERRANTE, M., et al. (2017), Internet Gaming Addiction in Adolescence: Risk Factors and Maladjustment Correlates, International Journal of Mental Health and Addiction.

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Mi chiamo Simone Zamboni e sono uno psicologo clinico. Ricevo a Brescia e online.